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L’Economia circolare delle batterie al litio

L’Economia circolare delle batterie al litio

ECONOMIA CIRCOLARE, RIUTILIZZO E RICICLO DELLE BATTERIE AL LITIO

Oggi scopriamo assieme l’economia circolare delle batterie al litio e di come non siano da considerare rifiuti.

A cosa va incontro una batteria giunta a fine vita? Si sente spesso che una batteria esausta sia inutilizzabile, ma vi dimostriamo come questa credenza sia totalmente sbagliata.

Gli argomenti chiave di oggi sono quelli di LCA, ovvero Life Cycle Assessment, Economia Circolare e Second life.

 

IL MERCATO DELLE BATTERIE AL LITIO

Facciamo una piccola digressione e spieghiamo il boom del mercato delle batterie elettriche.

Le prime batterie al litio sono state introdotte nel 1991 e ciò ha rivoluzionato il mercato dell’energia. Hanno innovato il mercato grazie alla loro praticità e, successivamente, alla possibilità di ricarica.

La produzione di batterie è destinata ad aumentare, in relazione alle prospettive green che le politiche mondiali stanno mettendo in atto, specialmente per andare incontro all’indipendenza da combustibili fossili.

Risulta già ora, però, che la richiesta di materie prime supererà velocemente la loro disponibilità, con un aumento di richiesta del 500% entro il 2050.

L’attenzione è inoltre rivolta alla quantità di prodotti a fine vita da smaltire, che sarà troppo elevata per essere gestita dai centri di raccolta.

Uno studio di McKinsey rivela che le batterie al litio dismesse da auto elettriche nel 2030 saranno un quantitativo pari o superiori alla domanda di batterie per storage solare, con tutte le conseguenze derivanti da questo aspetto. Allo stesso modo, uno studio dlla Commissione Europea stima che al 2030 ci saranno circa 30 milioni di auto elettriche circolanti in Europa, con altrettante batterie che dovranno essere recuperate o riciclate entro i successivi 5 anni.

tutti questi numeri sono tali per cui l’attenzione va posta sin dal principio sugli aspetti legati all’economia circolare e sui possibili riutilizzo delle batterie e dei materiali utilizzati.

 

LCA ED ECONOMIA CIRCOLARE

Diventa dunque fondamentale impiegare un approccio di Life Cycle Assessment (LCA), ossia una metodologia che considera tutti i processi (e i relativi impatti), associati ad un prodotto/processo/attività.

Il cosiddetto LCA serve da avere una visione complessiva dei processi produttivi ed individuare così le materie prime e le fasi più impattanti a livello ambientale, in modo da poter attuare strategie migliorative o correttive.

Riguardo le materie prime, ad esempio, Aliant ha deciso di non impiegare il cobalto, scopri il perché.

Tramite l’LCA si individuano al meglio i processi produttivi, così da poterli migliorare con un’economia circolare.

Ma che cos’è l’economia circolare? Come lascia intendere il nome si tratta di un modello di produzione che consente di riutilizzare i materiali, i prodotti e gli scarti (propri o altrui) in modo da allungare la vita di un prodotto o permette di risparmiare sulla produzione.

Per risolvere il problema della crescente domanda, che supererà l’offerta, l’economia circolare potrebbe essere la soluzione.

A tal riguardo l’Unione Europea ha finanziato l’Important Project of Common European Interest (IPCEI).

Si tratta di un progetto che fornisce liquidità ad aziende dell’Unione che hanno proposto strategie per ridurre le quantità di rifiuti da batterie e ripristinarne le materie prime.

È un progetto importantissimo, in quanto al momento solo il 59% delle batterie utilizzate in Europa è riciclato, ma si stima che, a livello globale, il 95% di batterie agli ioni di litio non lo sia.

 

LA CIRCOLARITÀ DELLE BATTERIE AL LITIO

Per le batterie al litio una delle fasi più critiche è il raggiungimento di fine vita, ossia quando una batteria si scarica troppo velocemente.

Il primo pensiero che si ha è quello di considerare la batteria inutilizzabile e di buttarla, ebbene, non è così.

In realtà questa non è un rifiuto e ha ancora molta vita davanti e qui entra in gioco l’economia circolare.

Una batteria utilizzata, infatti, può intraprendere due strade:

  • Il recupero delle materie prime
  • Dargli una seconda vita

Recuperare le materie prime è una proposta che si sta attuando molto in questo momento, con prospettive di recupero ottime: si possono recuperare le principali materie prime per oltre il 90%. I costi, purtroppo, non sono molto sostenibili.

Donare una seconda vita, invece, è una scelta ottima e facilmente impiegabile: le batterie, infatti, anche se si scaricano più velocemente perché usate per anni, possono essere usate come sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici.

In questo caso, studi recenti stimano che una batteria impiegata in questo modo può arrivare ad aumentare il proprio ciclo vita di circa altri 13 anni e mezzo.

Inoltre, impiegare  una batteria di questo genere è sicuramente una scelta meno costosa e meno impattante di far produrre una batteria nuova.

ALIANT E L’ECONOMIA CIRCOLARE

Aliant ha a cuore le politiche ambientali e ha deciso di adottare una strategia il più ampia possibile, mirando a collaborare con aziende per entrambi i percorsi disponibili:

Ha già stretto accordi con aziende del settore per il riciclo delle materie prime, essendo peraltra iscritta al Registro Italiano Pile e Accumulatori in qualità di produttore di batterie e aderente al consorzio ECOLIGHT.

Riguardo al second life, invece, è in corso un progetto per re-impiegare le celle in soluzioni ad impatto zero come il fotovoltaico, scelta che può arrivare a ridurre l’impronta ecologica di una batteria fino al 70%, riducendo le spese e i processi di ri-lavorazione ed impiegando batterie la cui capacità è scesa all’80-85%.

La possibilità di donare una seconda vita alle batterie al litio industriali è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale di questo tipo di prodotti e per una maggior sostenibilità.

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